Onorevoli Colleghi! - La famiglia costituisce oggi, come d'altro canto sempre nella storia, una parte fondante della società, quale «cellula primigenia» di essa, che ne determina e rispecchia l'evoluzione e l'andamento generali. La regolamentazione, pertanto, delle sue organizzazione e funzionalità, in primo luogo attraverso il soddisfacimento dei bisogni dei membri che la compongono, non può che essere oggetto di attenzione politica e di modifica legislativa che predisponga una normativa che la favorisca.
      Il dato da tenere in dovuta considerazione è che famiglia e Stato sono tra di loro strettamente connessi, e, infatti, tanto più stabile e solida è l'istituzione familiare, tanto più lo è lo Stato.
      Con la presente proposta di legge si vuole, quindi, oltre che confermare alla famiglia un ruolo centrale nell'ambito sociale, riconoscere e garantire ad essa tutti i diritti che le consentano di determinare un buon andamento dello Stato in tutte le sue espressioni: sociale, economica e culturale.
      La famiglia, è opportuno ricordare, è riconosciuta dallo stesso Costituente come società naturale, espressione cioè della realtà sociale e metagiuridica dalla quale in primo luogo trae vita. Nell'articolo 29 della Costituzione, più esattamente, è stabilito che: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», specificando, in tal modo, che il più ampio riconoscimento e la più ampia garanzia ai diritti inviolabili dell'uomo, nell'ambito delle formazioni sociali, sono attribuiti alla famiglia, quale nucleo sociale creato con il vincolo matrimoniale.
      Tale ruolo le viene inoltre garantito dalla medesima Costituzione, nell'articolo 31, con la previsione che la Repubblica agevola la sua formazione con misure economiche ed altre provvidenze nonché garantendo l'adempimento dei relativi compiti.

 

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      Tali princìpi fondamentali è doveroso che trovino una loro attuazione attraverso l'adozione di una normativa che, tenendo conto delle mutate condizioni di vita della famiglia e dei suoi componenti, possa garantire i diritti dei singoli nella famiglia.
      I continui riferimenti che attualmente vengono fatti sull'evoluzione culturale del concetto di famiglia e sul mutamento dei valori sociali dei singoli membri che la compongono inducono per lo più a pensare che proprio tali cambiamenti possano essere la causa unica determinante la crisi della famiglia. Tale deduzione è però il risultato di un'analisi superficiale e poco onesta dello «stato di cose» che, invece, merita un maggior approfondimento.
      La bassissima percentuale di natalità, il crescente numero delle convivenze di fatto e il crescente numero delle separazioni coniugali trovano la loro causa principale nella scarsità di mezzi messi a disposizione dallo Stato alle famiglie o alle giovani coppie che aspirano al matrimonio. Le condizioni di vita economico-sociale sono così gravose da determinare in modo negativo le scelte di tali soggetti. Nelle famiglie si generano sempre meno figli perché è sempre più difficoltoso provvedere al loro mantenimento e alla loro gestione. La mancanza di strutture pubbliche che offrono servizi per l'infanzia, come gli asili nido, condiziona fortemente le coppie nella loro decisione di mettere al mondo più di un figlio. Le scarse agevolazioni sull'acquisto della prima casa costituiscono un grave impedimento al matrimonio per molti giovani. La gravosità, soprattutto economica, della vita organizzativa impedisce, pertanto, un normale sviluppo della vita familiare.
      Ciò considerato, con la presente proposta di legge quadro sulla famiglia si vuole predisporre un intervento di sostegno economico per la famiglia, da parte dello Stato, che rimuova ogni ostacolo che ne impedisca il pieno sviluppo e la funzionalità sociale e che, per converso, garantisca i diritti di ogni singola persona, sia essa uomo, donna o bambino, secondo criteri di uguaglianza e di pari dignità sociale.
      A tale fine la presente proposta di legge contiene, tra le altre, la proposta di istituire una «carta di credito familiare» (articolo 8) che possa assicurare alla coppia, al momento dell'assunzione della responsabilità matrimoniale, una serie di agevolazioni e attraverso la quale si stabilisce un proficuo rapporto tra la coppia e le istituzioni.
 

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